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In ventidue racconti che cominciano e finiscono con una morale implicita alla storia stessa, il professore Esposito ci racconta la visione partenopea della vita: nel farlo, il professore rifiuta titoli e prime pagine di copertina tuffandosi sempre nell'essenza delle cose, mirando a capire col cuore in mano e con la mente sveglia e sincera le radici del problema che discute col suo amico milanese; Brambilla, l'ingegnere milanese all'apparenza tanto razionale e lucido, è in realtà un Esposito in controluce che "vede" nella napoletanità un qualcosa di bello e che lo seduce ma che lo fa anche infervorare. Non sono rari gli alterchi tra i due personaggi ma spesso sono le stesse visioni viste da prospettive diverse. Il motivo dei duelli a colpi di parole non mette mai in secondo piano un filo comune che viaggia sottotraccia ma che è un leit-motiv dei racconti: Brambilla ama intimamente Napoli.